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Porta principale di Piazza Centrale e vestibolo d'ingresso

Arrivati al cancello, la prima cosa che si nota è l'esplosione di spazio creata dai due muri di cinta del giardino posti a 45 gradi l'uno dall'altro. La forma triangolare del giardino è resa più scenografica dal piano terra inclinato verso l'alto rispetto a questo punto di ingresso.

Il vestibolo d'ingresso

Guardando il marciapiede qui, si vede che è racchiuso in un trapezio, modellato dai muri del giardino e dal muretto basso antistante. Nel pavimento sono incastonati una serie di triangoli, un richiamo ai motivi geometrici ripetuti nella disposizione delle siepi di bosso e nel disegno complessivo del giardino.

Targhe

Le iscrizioni in marmo sono alcune delle poche decorazioni che Diomede collocò nel giardino. Nel vestibolo d'ingresso, si può vedere una porta in legno con una targa in alto situata a destra. Diomede ha collocato almeno dieci targhe sia nel giardino che all'interno della «Palazzetta». Le iscrizioni latine sono tratte da scritti di poeti romani. Molte hanno lo scopo di comunicare al visitatore i vantaggi della vita di campagna lontano dalla città, come vediamo qui:

«Ometti mirari beatae fumum et opes strepitumo romae»,
«Smettila di ammirare il fumo, le ricchezze e il rumore di Roma!»
- Orazio, Odi, III, 29